PRINCIPI FONDAMENTALI
Uguaglianza e imparzialità
La Cooperativa ispira i propri comportamenti seguendo come linea guida la Statuto Sociale e quindi l’imparzialità intesa come rigetto della discriminazione basata sul sesso, sulla razza, etnia, lingua, religione credo-politico, condizioni psicofisiche e socio economiche.
Partecipazione e trasparenza
E’ gradita e sostenuta la partecipazione degli ospiti e dei loro familiari.
La partecipazione viene favorita attraverso informazioni semplici e complete.
Continuità
L’erogazione dei servizi viene garantita in modo regolare e continuo.
Tutela della Privacy
Viene garantita la tutela della privacy nel rispetto della normativa vigente.
Mutualità interna
La Cooperativa, conformemente alla legge 381/91 e successive modificazioni, non ha scopo ed è retta e disciplinata secondo il principio della mutualità.
La Cooperativa si ispira ai principi che sono alla base del movimento cooperativo mondiale ed in rapporto ad essi agisce.
Questi principi sono: la mutualità, la solidarietà, la democrazia, l’impegno, l’equilibrio delle responsabilità rispetto ai ruoli, lo spirito comunitario, il legame con il territorio e un equilibrato rapporto con le istituzioni pubbliche.
I NOSTRI NUMERI
Denominazione | GRAFFITI Società Cooperativa Sociale |
Indirizzo sede legale | Via E.Ponti,13 -20143- Milano |
Indirizzo sedi operative | Via Don Civilini,1 -20096- Pioltello Via E.Ponti,13 -20143- Milano |
Forma giuridica e modello di riferimento | Cooperativa sociale a mutualità prevalente di tipo “A” |
Data di costituzione | 16 Gennaio 1997 |
Codice Fiscale | 12033630158 |
Partita Iva | 12033630158 |
N°iscrizione Albo nazionale società Cooperative | A139282 |
Registro prefettizio delle Cooperative | al n. 365 della sezione cooperazione sociale |
N°iscrizione Albo Regionale società Cooperative | Sez.”A” al foglio n.233 numero progressivo 465 |
Tel. | 0236522149 Milanosede legale e operativa 0292590164 Pioltello sede operativa |
Fax | 0236521809/0236545039 |
coopgraffiti@inwind.it sfagraf@inwind |
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Web | www.coopgraffiti.com |
LE RAGIONI FONDAMENTALI DELL’AGIRE DELLA COOPERATIVA GRAFFITI
AGIRE IN RIFERIMENTO AD UNA COMUNITA’
L’agire della Cooperativa Graffiti, prende spunto dal desiderio di operare come cooperatori all’interno delle nostre comunità, nella valorizzazione della famiglia e della persona.
AGIRE VERSO IL TERRITORIO
Se la comunità ci richiama principalmente alle relazioni, il territorio ci richiama a dei confini, a dei luoghi e a delle realtà che lo abitano ben definite.
Il territorio va definito per poterlo conoscere e per farsi conoscere.
La scelta territoriale della cooperativa è una scelta di fondo, quella di essere “nel territorio“, di abitarlo, di conoscerlo, di farsi conoscere, di interloquire, di farsi interrogare e orientare anche nelle scelte imprenditoriali.
Il territorio non è un luogo da sfruttare, ma il luogo in cui investire. Se vogliamo essere agenti di sviluppo e incontrare la realtà in cui abbiamo scelto di operare dobbiamo investire, sviluppando le reti relazionali e fiduciarie già attivate dalle cooperative e rilanciando là dove le relazioni risultano difficili o addirittura interrotte.
Collaborare con altri partner ed altre società
Non possiamo solo chiedere ad altri di entrare nella nostra “casa“, dobbiamo sicuramente essere capaci di entrare anche nella “casa” di altri soggetti che “abitano” il territorio.
E’ sicuramente un’operazione delicata e importante che richiede sia capacità di incontro e di dialogo, ma soprattutto il coraggio di mettersi in gioco in prima persona.
In una comunità sono spesso presenti altre realtà come associazioni, gruppi di volontariato, privato sociale, Parrocchie.. che si “sentono parte“ di un insieme condiviso, espressione di stili di azione partecipata, di intervento costruttivo, di fiducia reciproca volta all’impegno civico ed al bene comune.
Questi sono i soggetti che rendono viva una comunità e con cui siamo chiamati al confronto, alla collaborazione ed al dialogo nell’interesse generale della comunità.
AGIRE PER IL BENESSERE DELLA COMUNITA’ E LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA’
Questi quattro punti sono il nostro costante riferimento e su questi il confronto ed il dialogo sono e saranno nel tempo continui:
- la Centralità della persona
- la Sussidiarietà
- il Bene Comune
- la Solidarietà
In particolare, agire per il bene comune vuol dire:
Incontrare le amministrazioni locali
Incontrare chi ha il compito di Amministrare il bene comune in un territorio è un passaggio obbligato.
Incontrare deve voler dire “riconoscersi pari” sia pure nella diversità di ruoli e compiti che ciascun soggetto porta.
Incontrare le Amministrazioni Locali, primi soggetti dello sviluppo locale, oggi vuol dire cercare di uscire dalla logica dell’appalto e dei servizi per entrare nella logica della prevenzione e della promozione.
Per essere “soggetti alla pari“ occorre però che la nostra cooperativa confermi lo sviluppo di capacità, pensiero, visione, qualità che nasce dall’essere presenti e attivi sul territorio, capaci di leggerne i bisogni e le possibili risposte.
L’ANALISI DEL BISOGNO
L’analisi dei bisogni delle persone con disabilità intellettiva e relazionale e l’attenzione rivolta alle variazioni degli stessi nel tempo, ha evidenziato l’esigenza di offrire loro un luogo, in parte protetto, dove vivere dignitosamente e autonomamente. Nonché la necessità di porre al centro del sistema la difesa della persona con la propria dignità e il suo diritto a rimanere nella propria comunità, a contatto con le proprie reti familiari e sociali. Ogni cittadino, anche il disabile di gravità media o forte, ha il diritto ad un progetto di vita adulta autonoma, dalla famiglia o dalla Comunità, dignitosa e rispettosa delle sue aspettative. Il diritto ad una attenzione particolare volta a stimolare, rafforzare e potenziare le abilità e competenze sociali e relazionali necessarie al buon inserimento nel contesto sociale nella visione di un progetto di vita autonoma.
Il mondo dei servizi alla persona disabile si è trovato di fronte ad un cambiamento radicale e di pensiero: lavorare su progetti personalizzati in grado di sviluppare competenze e abilità sociali, di migliorare le capacità relazionali, e definire interventi più “leggeri” e flessibili inseriti nel contesto territoriale e familiare. Lo sviluppo della persona umana nei termini massimi consentiti per ciascun individuo, in base alle proprie possibilità, si può considerare la ragione stessa degli interventi personalizzati.
La sempre maggiore definizione dei diversi target di utenza e delle conseguenti metodologie di intervento, la necessità di offrire un progetto di vita adulta autonoma al disabile progettando interventi personalizzati, costituiscono i presupposti entro cui è stato pensato e realizzato il progetto: “la persona al centro delle decisioni”. Progetto volto ad offrire la possibilità ai disabili di auto organizzarsi la propria vita, avvalendosi di ausili e supporti tecnici per essere aiutati a superare, o quanto meno ridurre, la propria disabilità.
Da qui il bisogno: qualsiasi intervento assistenziale e/o educativo deve tendere a mettere la persona nelle condizioni di poter sfruttare al maggior livello possibile le proprie potenzialità, estrinsecare le proprie capacità, agire le proprie conoscenze.
L’autodeterminazione nella vita autonoma porta “la persona al centro delle decisioni” che riguardano la sua vita fino alla possibilità di scegliersi autonomamente le forme di supporto e di aiuto professionale. La “persona al centro delle decisioni” è la persona che collabora, partecipa, sceglie il proprio percorso di inclusione sociale.
Questo percorso non può prescindere dalla considerazione del ruolo della famiglia sia all’interno della determinazione delle strategie, sia come partecipazione fattiva al buon esito del progetto. Assunzione di responsabilità, attivazione in proprio, capacità e disponibilità a farsi aiutare, risultano i requisiti indispensabili che i familiari devono possedere per un corretto e utile atteggiamento nei confronti del disabile.
INTEGRAZIONE TERRITORIALE DELLA STRUTTURA
La filosofia del confronto e della collaborazione porta a produrre progettualità comuni e/o partecipate con altri enti, associazioni e cooperative.
“Lavorare con” la comunità è il presupposto metodologico al quale vogliamo attenerci.
I rapporti con le Amministrazioni Pubbliche e le realtà territorialmente presenti con le quali ci siamo confrontati, hanno spesso condotto:
- ad un rafforzamento del servizio stesso in termini di presenza territoriale ed incisività educativa
- alla collaborazione con le famiglie e le associazioni territoriali, vissute come risorsa che può contribuire al miglioramento del servizio stesso
- alla nascita di nuovi servizi territoriali, rispondenti efficacemente ad un bisogno rilevato
- momenti formalizzati di confronto con agenzie educative territoriali che hanno portato ad un arricchimento e contribuito ad una reciproca crescita
La cooperativa intende promuovere sinergie, secondo modalità già collaudate, con le realtà territoriali che potranno fornire supporti – a differenti livelli – agli interventi educativi ed assistenziali proposti nel nostro progetto d’intervento
Fondamentale è essere propositivi ed operare per la costruzione di una rete formale insieme alle realtà territoriali che riguardi:
- il privato sociale per ambiti quali il Tempo libero e Progettualità individualizzate
- le associazioni che gestiscono interventi riabilitativi e di integrazione sociale
- gli enti pubblici per elaborare progettualità comuni
- le agenzie formative territoriali per collaborare all’organizzazione di percorsi per le prevenzione e l’orientamento ed altri specifici bisogni rilevati
- le associazioni di volontariato, per sapere ascoltare una voce importante proveniente dal territorio e valorizzarla attraverso interventi professionali
L’ORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE
LA STRUTTURA
La struttura della cooperativa prevede:
- il consiglio d’amministrazione formato dai soci lavoratori
- il responsabile amministrativo
- il responsabile della sicurezza
- i coordinatori delle attività
- gli educatori
- i tecnici
La struttura organizzativa, oltre ad avvalersi delle figure dei soci lavoratori, si affida abitualmente a degli staff di supporto così definiti:
Staff di consulenza amministrativa
- Servizio paghe
- Consulenza del lavoro: una figura tecnica di consulente del lavoro
- Consulenza fiscale
- Consulenza giuridica
- Consulenza medica
Staff operativo
- 7 soci lavoratori (assunti a tempo indeterminato) con titolo e pluriennale esperienza
- 3 collaboratori
- 2 soci volontari
Staff di supervisione
All’interno dello staff operativo si distinguono le seguenti figure tecniche
- Psicologo/Formatore: dott. Cominardi Diego
- Psico/pedagogista: dott.ssa Alessandra Amadeo
- Pedagogista: dott.ssa Roberta Cardini
- Neuropsichiatria: dott.ssa Cesarina Carati (socia volontaria)
I tecnici e gli specialisti si occupano della valutazione dei casi in ingresso, dell’approfondimento degli stessi, dell’esplicitazione delle difficoltà, del compito di restituzione con le famiglie e gli enti, della supervisione e formazione con gli educatori e operatori.
L’IMPOSTAZIONE PSICO-PEDAGOGICA
Nell’organizzazione dei servizi la Cooperativa Graffiti, si propone non solo di fornire operatori con adeguate competenze tecniche, organizzative e relazionali, ma di far in modo che questi lavorino in modo integrato e armonico.
L’integrazione tra le diverse figure professionali è necessaria affinché, attraverso l’identificazione di obiettivi e azioni comuni, si realizzi il programma personalizzato dell’utente, prestando attenzione a cogliere i bisogni espressi e non solo le proprie impressioni.
In particolare l’orientamento di educatori ed operatori sarà quello di offrire un servizio valutabile in termini di qualità/efficacia, intesa come possibile miglioramento erogato e percepito dal destinatario dell’intervento.
Gli strumenti messi in campo per il perseguimento di questo obiettivo sono:
- il lavoro d’équipe orientato alla progettazione degli interventi, alla produzione di strumenti di monitoraggio e valutazione dei risultati ottenuti
- lo stimolo all’assunzione di responsabilità e di capacità di contrattazione nel rapporto con l’utente, la famiglia e la rete sociale di riferimento
- il riconoscimento delle diverse aree di responsabilità/ruoli di utente, famiglia, servizi, operatori
- l’acquisizione di strumenti di controllo e di valutazione della qualità.
COORDINATORE DI SERVIZIO
Il coordinatore dei servizi e delle attività in essi proposte, si occupa della parte burocratica e amministrativa legata al servizio, in collaborazione, per la parte più fiscale, con le figure di riferimento esterne,
contribuisce alla programmazione, tiene contatti con gli Enti Pubblici e le famiglie, controlla gli interventi attraverso:
- la definizione dei tempi
- l’effettuazione delle sostituzioni
- la creazione di sinergie tra ruoli/persone/servizi
- verifiche periodiche
- verifica conclusiva
Svolge compiti di indirizzo e sostegno tecnico al lavoro degli operatori anche in rapporto alla loro formazione permanente, di promozione e valutazione della qualità, nonché di monitoraggio e documentazione delle esperienze, di sperimentazione, di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari, di collaborazione con le famiglie e la comunità locale, anche al fine di promuovere la cultura della disabilità.
Il coordinatore è il primo “promotore sul territorio”, per lo sviluppo di un dialogo e di un atteggiamento di collaborazione che si realizzerà in stretta collaborazione con tutti gli attori di un progetto condiviso: famiglie, associazioni, volontariato e, in primo luogo, le istituzioni presenti sul territorio (formali ed informali).
Cura l’organizzazione del lavoro nei servizi con un’attenzione particolare ai contenuti educativi: è responsabile della programmazione e della verifica del progetto educativo, della formazione e aggiornamento degli educatori e degli operatori: propone strumenti di lavoro che possano permettere di definire meglio gli obiettivi e di agire in modo più efficace.
Sul versante delle funzioni pedagogiche, didattiche e relazionali spetta al coordinatore il compito generale di promuovere lo sviluppo culturale e sociale del servizio.
Il coordinatore pedagogico inoltre:
- Elabora le ipotesi pedagogiche e le linee metodologiche.
- Individua gli strumenti di verifica.
- Garantisce l’omogeneità degli indirizzi, pur nel rispetto dell’autonomia degli stili e delle opzioni individuali.
- Favorisce la circolarità delle esperienze.
- Valorizza e incentiva la documentazione.
- Contribuisce alla promozione della gestione sociale.
- Favorisce e sostiene le relazioni con le famiglie.
- Mantiene rapporti con le ASL e i CPS.
Con l’équipe educativa affronta gli eventuali momenti critici e quegli aspetti particolari del lavoro che richiedono un maggiore investimento. A volte ha compiti direttivi a livello organizzativo e funzionale, fra cui la promozione del servizio all’esterno. In questo caso può organizzare eventi pubblici (dibattiti, mostre, ecc.) che illustrino l’esperienza realizzata.
Infine, cura il rapporto con i servizi esterni e sostiene iniziative di continuità fra i servizi socio-educativi, e di raccordo con altre agenzie educative del territorio.
Svolge attività di studio, ricerca ed analisi comparata nell’ambito delle discipline psico-pedagogiche e della didattica, con particolare riferimento alla disabilità e alle problematiche che sono ad essa connesse. Un altro aspetto essenziale del suo lavoro riguarda la capacità di organizzare le informazioni. Deve saper garantire la coerenza degli interventi sul piano educativo ed avere capacità organizzative che permettano un buon grado di efficienza del servizio. L’organizzazione del servizio deve essere costantemente oggetto di riflessione e verifica per la realizzazione delle finalità, coniugate con gli obiettivi di contenimento della spesa, stabiliti dall’amministrazione. A ciò vanno aggiunte, nella stessa ottica, funzioni progettuali relative alla programmazione del numero e della tipologia dei servizi e degli interventi educativi.
Anche il coordinatore, però, come gli educatori, ha bisogni emotivi e cognitivi quindi necessità di contenitori stabili e di aggiornamento e formazione in servizio per sé. A tale scopo, oltre che programmare propri corsi mirati di aggiornamento, si ritiene importante istituire una riunione settimanale, o comunque periodica, che diventi il luogo per condividere ed affrontare i comuni problemi di lavoro. Un luogo, inoltre in cui prendere decisioni e programmare lo sviluppo e l’organizzazione del servizio, un momento importante ai fini della condivisione per esprimere i motivi del consenso o del dissenso e ritagliare una progettualità sufficientemente condivisa. Tale riunione diventerà anche strumento per garantire a ciascun operatore tranquillità ed autonomia nella realizzazione del compito formativo assunto e perché tutto il gruppo continui a sentire propri i lavori portati avanti dagli altri.
EDUCATORI
I compiti dell’educatore attengono invece alla redazione dei progetti personalizzati per ciascun disabile, alla gestione delle attività della struttura con relativa programmazione e verifica, alla partecipazione ai lavori d’équipe, alla programmazione delle attività quotidiane, ai rapporti col territorio.
Gli educatori ricoprono, in quanto figure professionali previste dal Piano Socio Assistenziale della Regione Lombardia, un preciso ruolo di partecipazione alla realizzazione di un “prodotto sociale” di sensibilizzazione, promozione, presa in carico globale e promozione della comunità locale. L’azione educativa si qualifica dunque da un lato nel coinvolgere attivamente i soggetti nella vita del centro, e dall’altro nel coinvolgere anche il nucleo familiare del soggetto per renderlo compartecipe del progetto educativo. Anche l’ educatore dedicherà parte del suo impegno lavorativo a curare il rapporto con il territorio, incentivando la collaborazione fra il sistema degli altri servizi ed il territorio al fine di favorire l’integrazione sociale degli ospiti.
Gli obiettivi degli educatori
Il personale educativo della struttura valuta, tenuto conto delle difficoltà del singolo ospite, quando intervenire, risveglia la volontà del soggetto, diventa rinforzo dello stesso, permettendogli di portare a termine autonomamente il suo compito, senza sovrapporsi, con i suoi programmi, i suoi schemi ed aspettative.
Inoltre, valorizza gli sforzi che il singolo fa per essere all’altezza della situazione rispettando i suoi ritmi e tempi di attuazione, cura l’aspetto quantitativo e qualitativo delle modalità espressive, stimola la personale curiosità e lo spirito di ricerca, come mezzi per imparare a pensare, crea un clima collettivo per cui ognuno possa sentirsi a suo agio anche fuori dall’ambiente familiare, valorizza ed apprezza tutti i momenti di interesse pedagogico, approfondendo le tematiche di ordine metodologico, si fa promotore di iniziative che favoriscano l’interazione, si rende disponibile a raccontare la propria esperienza.
Agli educatori viene garantita una formazione e riqualificazione permanente ed un’organizzazione del lavoro tale da permettere la massima espressione della loro professionalità nella relazione educativa.